Contro

Prevenzione e contrasto agli estremismi violenti

L’associazione EXIT-APS si occupa della prevenzione e contrasto a diverse forme di dipendenza nei gruppi che possono comportare fenomeni di violenza fisica e psicologica e/o il reclutamento o condizionamento dei soggetti coinvolti. Ci focalizziamo soprattutto su coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità per condizioni personali (es. adolescenza, disagio psicologico, esperienze traumatiche pregresse, lutti, ecc.) familiari e/o sociali (es. esclusione sociale, discriminazione, situazioni di conflittualità in famiglia, ecc.) perché presentano fattori di rischio che potrebbero favorire il loro coinvolgimento in processi di reclutamento a formazioni estremiste.

L’associazione è specializzata nelle seguenti tematiche:

□ reclutamento/adesione a gruppi estremisti violenti e non violenti:

abuso psicologico tipico di organizzazioni con funzionamento manipolativo

□ facilitazione all’uscita

La EXIT-APS, precedentemente denominata DERAD-ITALIA APS, è iscritta nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) nella sezione Associazioni di promozione sociale. Le attività di EXIT aps, rientrano in quelle previste dall’art.5 del 3 luglio 2017, n.117:

d) educazione, istruzione e formazione professionale (L.53/2003 e successive modifiche) nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa;

g) formazione universitaria e post-universitaria;

h) ricerca scientifica di particolare interesse sociale;

v) promozione della cultura della legalità, della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata;

w) promozione e tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici, nonché dei diritti dei consumatori e degli utenti delle attività di interesse generale di cui al presente articolo, promozione delle pari opportunità e delle iniziative di aiuto reciproco, incluse le banche dei tempi (art. 27 L53/2000) e i gruppi di acquisto solidale (art. 1, comma 266 L.244/2017).

“Si intende per radicalizzazione il processo con cui un soggetto adotta un sistema di credenze estremiste, inclusa la volontà di usare, sostenere o facilitare la violenza, come metodo per portare cambiamenti sociali”.

(Allen 2007)

Non c’è un unico percorso che porta al coinvolgimento dei giovani in un percorso estremista violento.
Vi contribuiscono fattori socio-economici, psicologici e contestuali.
Fattori di spinta possono essere il senso di marginalizzazione, di discriminazione, la percezione di essere perseguitati, di essere trattati ingiustamente, l’assenza di educazione, ma anche la ricerca identitaria o di senso, il bisogno di autostima o di sicurezza e molti altri fattori.
D’altra parte i gruppi estremisti agiscono come poli di attrazione che a volte forniscono servizi, reddito, impiego e promettono di soddisfare bisogni individuali come il senso di appartenenza, un ambiente di supporto, il riscatto dall’umiliazione e talvolta anche la vendetta dai torti subiti.
Non sempre l’ideologia radicale porta all’atto violento, però occorre essere consapevoli che questo può accadere.
La migliore strategia è la prevenzione con cui si può evitare l’inizio della radicalizzazione o, qualora questa sia già cominciata, l’escalation verso la mobilitazione violenta.
È importante favorire il senso di inclusione e di appartenenza, il rispetto per le diversità, la capacità di resistere alle difficoltà o alle sfide della vita, aumentare la percezione di sicurezza e di benessere sui quali poter costruire il proprio futuro.
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